Il 96° compleanno di Liberatore Russolillo

Oggi 28 maggio 2022, Liberatore Russolillo, organettista e cantatore, compie 96 anni.
Stamattina gli ho fatto gli auguri e ho scherzato come sempre con lui per telefono. Mi ha confidato che oggi sarebbe andato a pranzo col suo inseparabile organetto diatonico, che ora ha 144 anni, all’Agriturismo Regio Tratturo a Camporeale, nelle campagne di Ariano Irpino, gestito da suo nipote Rinaldo. Lui, in questo bel locale, che anch’io conosco bene, ha spesso suonato, cantato e fatto ballare ai giovani la tarantella montecalvese.
Per montare questo video ho utilizzato quattro foto e le riprese video, fatte dall’amica e compaesana Gina Narra alcuni giorni fa, nella nuova casa di Liberatore a Montecalvo Irpino, in cui si è trasferito da alcuni mesi dalla casa di campagna in contrada Sauda, dove è vissuto come contadino e ancora vi si reca, almeno una volta la settimana, per verificare che tutto sia in ordine.
Tra le tante cose che Liberatore, l’ultimo della ventina di miei informatori etnici della nostra civiltà contadina, racconta nel video, una riguarda l’antica sede del comune di Montecalvo Irpino che, a inizio del 1900, si trovava in Piazza del Purgatorio, alla destra della chiesa del Purgatorio, in quella parte del palazzo in cui vi è attualmente un bar, alle spalle del monumento.

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Il contadino che cantò il 2 giugno.
 
Il pomeriggio di sabato, 29 luglio 2006, potrà essere ricordato per un evento importante, relativamente a quel che resta dei canti contadini montecalvesi. L’etnomusicologo napoletano Roberto De Simone, accompagnato da due collaboratori e dallo scrittore irpino Aniello Russo, è venuto a Montecalvo da Napoli, per registrare alcuni canti contadini. Personalmente li avevo già registrati negli anni Novanta. Lui aveva avuto modo di ascoltarli, tramite l’amico comune Russo, e si era dichiarato interessato ad alcuni di essi, in particolare quelli cantati da Felice Cristino, Pannucciéddru, e aveva espresso il desiderio di volerli registrare a sua volta, nell’ambito della ricerca che sta conducendo attualmente sui canti popolari nell’Irpinia e nella Campania.
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  ARTICOLI pdf

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 LILIA SLOMP FERRARI poetessa di Trento.pdf

 Thomas Stearns Eliot Nobel per la letteratura ed Ezra Pound.pdf

 Maria dei duchi Pignatelli di Montecalvo Irpino.pdf - Priora del Carmelo di Vetralla

 Wedding serenate - Lèviti lèviti veli e fiori - A. Lomax a Montecalvo Irpino nel 1955

 Premio “ICHNET - Culture Viventi”, dal Comitato per la Promozione del Patrimonio immateriale, ad Angelo Siciliano, per la sua attività artistica e culturale: Raccontare il Sud: memoria, pittura, suono, narrazione e poesia.

 Mostra a Martignano di 44 autori dell'Argentario per la Sagra di Primavera 2012 -  Ecomuseo dell'Argentario.pdf

 Le ottave in rima di Pietro Andrea Matteoli_per gli Arazzi del Buonconsiglio.pdf

 Haiku - Argenziano & Co in AMICI DELL'HAIKU.pdf


LO  ZIO  D’AMERICA
Testo poetico con nota sull'emigrazione
Questo testo rispecchia più o meno fedelmente quel mondo di affetti divisi, patrimonio comune sino agli anni Sessanta del Novecento e raccontato durante i lavori nei campi o dalle donne alle fontane e ai lavatoi pubblici. Fino a quegli anni, qualche ragazzo o ragazza ancora partiva dal paese per l’America, dopo aver contratto matrimonio per procura con qualche discendente degli emigrati di inizio Novecento. Lo zio in questione è il mio prozio Pompilio Iannone.
Quando, una ventina di anni fa, chiesi a un mio amico, che aveva pure lui dei parenti americani, di tradurre in inglese questo testo, come aveva già fatto con un’altra mia poesia, mi rispose che, nonostante la bellezza struggente del contenuto, non se la sentiva. Aveva troppo rispetto per i parenti, ormai americani di seconda e terza generazione.
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  LU  SAMMUCCHJU  Testo poetico sul sanguinaccio con nota sull'uccisione del maiale

Almeno all’inizio della propria esistenza, il maiale viveva in simbiosi con la famiglia contadina. Era in semilibertà e seguiva i padroni nella campagna. Fattosi più grande, era necessario chiuderlo in un porcile, róddra, e qui, salvo brevi momenti di libertà, era recluso sino alla fine dei suoi giorni. Se tendeva a scavare la terra col suo grugno, gli veniva applicato un fil di ferro alla punta del naso e ciò lo scoraggiava dal proseguire nella sua innata voglia di dissodatore, perché quel ferro a ogni affondo gli procurava dolore.
Il maiale era la riserva di proteine e di grasso per tutto l’anno per la famiglia contadina, grazie ai salumi, al lardo, alla ventresca e al guanciale salati, alle spalle, ai prosciutti e ai capicolli, che si appendevano ad asciugare alla pertica in cucina, e alle costine e soppressate sott’olio o sotto sugna, buone anche in estate.
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IN IRPINIA LE FABBRICHE CHIUDONO, LA DISOCCUPAZIONE CRESCE, UNA VIABILITÀ PROBLEMATICA, I PICCOLI COMUNI NON CE LA FANNO PIÙ…
Il convegno di Cairano 7x, del 29 luglio 2011, nell’ambito de “I giorni di San Leone”, ha fatto il punto su una situazione drammatica: la politica e gli operatori culturali s’interrogano, si lanciano idee ma non bastano, non più soldi a pioggia ma i progetti latitano
La verde Irpinia… E ci si domanda: “Ma è sempre verde?”. E la risposta potrebbe essere: “Sì, ma ormai non è più il verde speranza!”. E ciò, purtroppo, accade in questa provincia, proprio ora, in piena globalizzazione, col panorama nazionale e quello internazionale assai compromessi e angustiati finanziariamente ed economicamente. E le speculazioni di nuovo la fanno da padrone. Non eravamo usciti dalla grave crisi del 2008 e ora ce n’è un’altra.
L’Irpinia ha da sempre paesaggi straordinari di colline con paesi arroccati, ruderi che ispirano tante storie e cunti del passato, tante montagne boscose. E poi fiumi e laghi: essa disseta da sempre la Puglia! Offre la sua salubrità ambientale, il silenzio ristoratore a chi è capace di staccare la spina dalle attività di routine, ambienti urbani postmoderni, frutto spesso della riedificazione disordinata nei post terremoti, tanti agritur, le sue cattedrali restaurate e nuovi musei.
(continua)
La scomparsa di Mariantonia Del Vecchio
     memoria vivente della Costa della Mènola a Montecalvo Irpino
Era la madre di Angelo Siciliano
Domenica, 24 luglio 2011, all’alba, ci ha lasciato Mariantonia Del Vecchio, vedova di Silvestro Siciliano e madre di Angelo, che ha raccolto la sua cultura orale. Era “’Ntunètta” per i tanti compaesani che la conoscevano. Avrebbe compiuto 89 anni il primo ottobre prossimo.
In febbraio 2006 era stata colta da un ictus, che le aveva in parte offuscato l’infallibile memoria, e da allora era costretta in carrozzella. Viveva in campagna col figlio Mario, o Pompilio, come è noto in paese, accudita amorevolmente dalla nuora Maria e dalle nipoti Elisa e Silvana.
Era una donna minuscola ma energica e iperattiva, e, prima di soccombere al male, un paio di volte la settimana percorreva le vie storiche del paese, con una cesta sul capo, per rifornire, a seconda delle stagioni, i suoi clienti, che poi erano anche i suoi amici, di frutta e verdura.
(continua)
 
 

ANNUNZIATA BLUNDO NON È PIÙ TRA NOI
   Era la vedova di Felice Cristino
Nunzia’!”, così la chiamava il marito, Felice Cristino, ad Annunziata Blundo. Ma per noi era “zi’ Nunziàta”, una bella donna contadina, alta, un portamento da matrona, una grande mamma per i tre figli, che ancora ricorrevano a lei, e nonna amorevole con tutti i nipoti.
Il marito se ne andò a 89 anni all’inizio di febbraio 2010. Lei, nata il 9 febbraio 1930, di anni ne aveva fatti 81 e li portava bene.
La loro vita era scandita dall’alternarsi delle stagioni, dalle siccità e dalle piogge talvolta dannose, dagli usi e costumi, di cui erano depositari e che sapevano trasmettere con naturalezza e cordialità a coloro che li frequentavano.
 
 
 
 
(continua)
Angelica
Poema contadino ottocentesco cantato
in dialetto irpino di Montecalvo Irpino
di 107 quartine
Trascritto, tradotto
e illustrato da Angelo Siciliano
  Informatori: Mariantonia Fioravanti e Felice Cristino
Postfazione di Giovanni Kezich
 
(Si cerca un editore nazionale)
 
               Storia d’un ritrovamento
Nel 1987 iniziavo a recuperare, trascrivere e ricreare la cultura orale del mio paese natale, Montecalvo Irpino. Ritenevo di poter risolvere l’operazione circoscrivendo la ricerca all’aspetto esclusivamente letterario di quanto gli antenati, per secoli, avevano ripreso dalla cultura ufficiale, prodotto o rielaborato autonomamente e sedimentato. In sostanza presumevo che tutta la questione si potesse risolvere semplicemente trascrivendo i cunti, i detti, le filastrocche, le maledizioni, ecc., dando valore preminente ai testi raccolti o ricreati.
 (continua)

ANGELO SICILIANO - UN PO’ DI POESIA - Sede RAI di Trento  (con proposta di lettura di 4 poesie di altri autori: S. Benni, N. Hikmet, G. Noventa e G. K. Gibran, e intermezzo musicale)

Paolo Toniolatti – critico letterario e autore di questa scaletta di lavoro, letta con Antonio de Castel Terlago – analizza 9 poesie di A. Siciliano che ha scelto personalmente.
 
LE COSE CHE DICO di Angelo Siciliano
 
Le cose che dico
sono confuse
ma le sento fortemente.
Se meditassi
le direi allo stesso modo.
 
da: Versi biologici, Tipografia Artigianelli, Trento 1977, pag. 7
 
Quasi una dichiarazione di poetica questi cinque versi. La prima poesia della raccolta “Versi biologici”, edita a Trento nel 1977, di Angelo Siciliano, insegnante, giornalista pubblicista, poeta e ricercatore della parola, pittore...
(continua)

Angelo Siciliano, poeta della memoria contadina - di Paolo Saggese
(Sul quotidiano Ottopagine di Avellino del 19.1.2011)
Resto ammirato di fronte alla produzione poetica, artistica e antropologica di Angelo (all’anagrafe Angelomaria) Siciliano, nato a Montecalvo nel 1946, e che, da una vita ormai, ha abbandonato con il “corpo” l’Irpinia. Nel 1965, infatti, aveva preso la strada per Napoli, in attesa di laurearsi alla “Federico II” in economia, poi il servizio militare, e dal 1973 si è trasferito a Trento, dove ha insegnato negli Istituti superiori e tutt'ora vive con la sua famiglia. Egli appartiene, dunque, pienamente a quelli che abbiamo definito i “poeti della diaspora”.
Del resto, lo stesso Siciliano, nella “Premessa” ad un fascicolo autoprodotto ed edito in quindici copie nel 2010, scrive: “Pur vivendo a Trento dal 1973, idealmente non mi sono mai separato dalla mia terra natale, Montecalvo e l’Irpinia. Solido permane il senso d’appartenenza alla civiltà mediterranea”.
(continua)

LA RIVOLUZIONE DEL WEB IN LUCANIA E IN IRPINIA
Storia, poesia, musica, territorio, cultura orale, patrimonio immateriale,
tradizioni, attualità, dialetto e un libro di Donato Muscillo di Genzano:
Raccontare il poco – Biàt a códd iórë ca ént a sólchë spaccàt mórë

Grazie al computer, all’informatica, alla rete internet, al web, alla posta elettronica, al digitale, ai nuovi software e all’elettronica di consumo siamo continuamente coinvolti e immersi in una rivoluzione sociale e culturale senza fine, i cui contorni paiono ancora solo vagamente definibili nel suo continuo divenire.
Da qualche anno il “cartaceo”, inteso come libri, quotidiani, riviste ecc. è in sofferenza. Cambiano i mezzi, gli strumenti, gli utenti e i luoghi di diffusione di quel che era oggetto di divulgazione esclusiva tramite la carta stampata.
(continua)
 

RIAPERTO CASTEL THUN IN VAL DI NON ED È L’EVENTO
                 CULTURALE DELL’ANNO IN TRENTINO
Uno dei castelli arredati più importanti d’Europa, che diventa museo
e si aggiunge, come sede territoriale, al Castello del Buonconsiglio
e ai castelli Beseno e Stenico
 
Finalmente, il 17 aprile 2010, dopo lunghi e meticolosi restauri, Castel Thun, acquistato nel 1992 dalla PAT, Provincia autonoma di Trento, dagli eredi di Zdenko Franz de Paula Guidibald Thun Hohenstein, del ramo boemo dei conti Thun, che l’aveva abitato per ultimo dal 1926 al 1982, ha riaperto al pubblico la sua maestosa Porta spagnola, fatta costruire nel 1566 da Giorgio Thun, dopo il suo ritorno da un viaggio in Spagna al seguito dell’imperatore Carlo V.
Un grande castello, a cui hanno lavorato, in quasi venti anni di studi, recuperi, acquisizioni e restauri, tre soprintendenze provinciali: quella per i Beni architettonici, quella per i Beni Storico-artistici e quella per i Beni librari, archivistici e archeologici.
Edificato in cima ad un’altura, l’antica rocca di Belvisino, con una doppia cinta muraria turrita, composto da più edifici, ampliati, riadattati nei secoli e circondati da ampi giardini, è insieme residenza signorile, magnificamente arredata con tutti i comfort, e fortezza. (continua)

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 Angelo Siciliano è  giornalista pubblicista dal 1989.
Collabora a quotidiani e pubblica articoli e disegni su alcune riviste.
 

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