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Foto-poesia – MEMORIA DI CORSANO – contrada di Montecalvo
Irpino Link del post su Fb 2025:
https://www.facebook.com/angelo.siciliano.35/posts/ |
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“Nunzia’!”, così la chiamava il marito, Felice Cristino, ad Annunziata Blundo. Ma per noi era “zi’ Nunziàta”, una bella donna contadina, alta, un portamento da matrona, una grande mamma per i tre figli, che ancora ricorrevano a lei, e nonna amorevole con tutti i nipoti. Il marito, “zi’ Filìci Pannucciéddru”, contadino e pastore, sempre spassoso, mi rispondeva a tono quando gli chiedevo se era giunto il momento di mettere “la péttula a lu mintóne”, l’imbracatura all’ariete, perché non ingravidasse le pecore. Era un grande cantatore arcaico e affabulatore con uno spiccato senso poetico. Se ne andò a 89 anni all’inizio di febbraio 2010. Lei, nata il 9 febbraio 1930, di anni ne aveva fatti 81 e li portava bene. Se ne andò il 14 giugno 2011. Felice Cristino, uno dei dieci figli, quattro femmine e sei maschi, di Michele e Maria Trancucci, sorellastra del mio nonno paterno Angelomaria, fu arruolato per la seconda guerra mondiale nell’arma dell’artiglieria. |
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La sua casa piena di sculture è diventata un museo grazie all'inaugurazione della Casa Museo della pietra il 4 agosto 2024 Link del video su YouTube: https://youtu.be/l8sjevnAhXc?si=fay9KFUlXTQbm1pn |
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(continua) |
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RICORDO
DI MIO PADRE IRPINO, SICILIANO SILVESTRO, GIOVANE CONTADINO
E BRACCIANTE COMUNISTA NEL 1945
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Oggi 28 maggio 2022, Liberatore Russolillo,
organettista e cantatore, compie 96 anni. |
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Felice da Corsano (Corsano,
... – 20 settembre 1526) è stato un religioso e beato italiano,
appartenente all'Ordine di Sant'Agostino. |
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Il
pomeriggio di sabato, 29 luglio 2006, potrà essere ricordato per un
evento importante, relativamente a quel che resta dei canti
contadini montecalvesi. L’etnomusicologo napoletano Roberto De
Simone, accompagnato da due collaboratori e dallo scrittore irpino
Aniello Russo, è venuto a Montecalvo da Napoli, per registrare
alcuni canti contadini. Personalmente li avevo già registrati negli
anni Novanta. Lui aveva avuto modo di ascoltarli, tramite l’amico
comune Russo, e si era dichiarato interessato ad alcuni di essi, in
particolare quelli cantati da Felice Cristino, Pannucciéddru, e
aveva espresso il desiderio di volerli registrare a sua volta,
nell’ambito della ricerca che sta conducendo attualmente sui canti
popolari nell’Irpinia e nella Campania. |
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Alle
ore 17.00 di martedì 29 settembre 2009, ha preso avvio, dalla
cappella del santo, alla presenza delle autorità religiose, civili e
militari convenute in Montecalvo Irpino, la celebrazione solenne di
apertura del Giubileo Pompiliano, in occasione del Terzo Centenario
della nascita di Domenico Michele Giovan Battista Pirrotti, poi San
Pompilio Maria Pirrotti, sacerdote e religioso dell’Ordine delle
Scuole Pie, nato a Montecalvo Irpino (Av) il 29 settembre 1710 e
morto a Campi Salentina (Le) il 15 luglio 1766.Quest’anno che verrà
e che vede uniti, da sentimenti di gioiosa fratellanza,
l’Arcidiocesi di Benevento, di cui Montecalvo fa parte da sempre, e
di Lecce, l’Irpinia, il Sannio e il Salento, sarà straordinario sia
per gli eventi liturgici, spirituali e culturali che lo
caratterizzeranno che per le iniziative pastorali e sociali,
ispirate alla spiritualità pompiliana, che saranno intraprese.
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![]() Il 17 luglio 2008 è stato inaugurato il Museo della Religiosità Montecalvese e della Memoria Pompiliana. È il primo museo del paese, con sede nel Palazzo Pirrotti di Montecalvo Irpino, casa natale di S. Pompilio Maria Pirrotti.Forse, tutto è iniziato o ha subito un’improvvisa e imprevista accelerazione il 16 marzo del 2001, quando, murate in un sottoscala di casa Pirrotti, agli operai intenti ai lavori di restauro dell’edificio non pare vero il rinvenimento di alcune statue lignee, che, seppure malridotte per le ingiurie del tempo, a un successivo e approfondito esame da parte degli esperti della Soprintendenza di Salerno e Avellino, sotto la direzione di Giuseppe Muollo, sono identificate come la statua della Madonna dell’Abbondanza, “Mamma Bella” per S. Pompilio, la statua di S. Lorenzo martire e il busto della Madonna Addolorata. |
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Si era aperto solennemente il 29 settembre 2009.La figura di San Pompilio Prendeva avvio dalla sua cappella, nel giorno della sua nascita, il pomeriggio del 29 settembre 2009, presenti le autorità religiose, civili e militari convenute in Montecalvo Irpino, l'apertura solenne del Giubileo Pompiliano per il Terzo Centenario della nascita di Domenico Michele Giovan Battista Pirrotti, poi San Pompilio Maria Pirrotti.Di nobili origini e con antenati napoletani, egli nasceva a Montecalvo il 29 settembre 1710 ed era ragazzo quando rimase affascinato dalle prediche di P. Nicolò Maria Severino di S. Pietro degli Scolopi di Benevento, giunto in paese per le prediche della Quaresima. (continua) |
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Questo testo
rispecchia più o meno fedelmente quel mondo di affetti divisi,
patrimonio comune sino agli anni Sessanta del Novecento e raccontato
durante i lavori nei campi o dalle donne alle fontane e ai lavatoi
pubblici. Fino a quegli anni, qualche ragazzo o ragazza ancora partiva
dal paese per l’America, dopo aver contratto matrimonio per procura con
qualche discendente degli emigrati di inizio Novecento. Lo zio in
questione è il mio prozio Pompilio Iannone.
Quando, una ventina di anni fa, chiesi a un mio amico, che aveva pure
lui dei parenti americani, di tradurre in inglese questo testo, come
aveva già fatto con un’altra mia poesia, mi rispose che, nonostante la
bellezza struggente del contenuto, non se la sentiva. Aveva troppo
rispetto per i parenti, ormai americani di seconda e terza generazione.
(continua)
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Almeno all’inizio della propria esistenza, il maiale viveva in
simbiosi con la famiglia contadina. Era in semilibertà e seguiva i
padroni nella campagna. Fattosi più grande, era necessario
chiuderlo in un porcile, róddra,
e qui, salvo brevi momenti di libertà, era recluso sino alla fine
dei suoi giorni. Se tendeva a scavare la terra col suo grugno, gli
veniva applicato un fil di ferro alla punta del naso e ciò lo
scoraggiava dal proseguire nella sua innata voglia di dissodatore,
perché quel ferro a ogni affondo gli procurava dolore.
Il
maiale era la riserva di proteine e di grasso per tutto l’anno per
la famiglia contadina, grazie ai salumi, al lardo, alla ventresca
e al guanciale salati, alle spalle, ai prosciutti e ai capicolli,
che si appendevano ad asciugare alla pertica in cucina, e alle
costine e soppressate sott’olio o sotto sugna, buone anche in
estate.
(continua)
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La verde Irpinia… E ci si domanda: “Ma è sempre
verde?”. E la risposta potrebbe essere: “Sì, ma ormai
non è più il verde speranza!”. E ciò, purtroppo,
accade in questa provincia, proprio ora, in piena
globalizzazione, col panorama nazionale e quello
internazionale assai compromessi e angustiati
finanziariamente ed economicamente. E le speculazioni
di nuovo la fanno da padrone. Non eravamo usciti dalla
grave crisi del 2008 e ora ce n’è un’altra.
L’Irpinia ha da
sempre paesaggi straordinari di colline con paesi
arroccati, ruderi che ispirano tante storie e
cunti del passato,
tante montagne boscose. E poi fiumi e laghi: essa
disseta da sempre la Puglia! Offre la sua salubrità
ambientale, il silenzio ristoratore a chi è capace di
staccare la spina dalle attività di routine, ambienti
urbani postmoderni, frutto spesso della riedificazione
disordinata nei post terremoti, tanti agritur, le sue
cattedrali restaurate e nuovi musei.
(continua) |
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memoria vivente
della Costa della Mènola a Montecalvo Irpino
Era la madre
di Angelo Siciliano
Domenica, 24 luglio 2011, all’alba, ci
ha lasciato Mariantonia Del Vecchio, vedova di
Silvestro Siciliano e madre di Angelo, che ha raccolto
la sua cultura orale. Era “’Ntunètta”
per i tanti compaesani che la conoscevano. Avrebbe
compiuto 89 anni il primo ottobre prossimo.
In febbraio 2006 era
stata colta da un ictus, che le aveva in parte
offuscato l’infallibile memoria, e da allora era
costretta in carrozzella. Viveva in campagna col
figlio Mario, o Pompilio, come è noto in paese,
accudita amorevolmente dalla nuora Maria e dalle
nipoti Elisa e Silvana.
Era una donna minuscola
ma energica e iperattiva, e, prima di soccombere al
male, un paio di volte la settimana percorreva le vie
storiche del paese, con una cesta sul capo, per
rifornire, a seconda delle stagioni, i suoi clienti,
che poi erano anche i suoi amici, di frutta e verdura.
(continua)
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“Nunzia’!”,
così la chiamava il marito, Felice Cristino, ad Annunziata Blundo.
Ma per noi era “zi’ Nunziàta”,
una bella donna contadina, alta, un portamento da matrona, una
grande mamma per i tre figli, che ancora ricorrevano a lei, e nonna
amorevole con tutti i nipoti.
Il marito se ne andò a 89 anni
all’inizio di febbraio 2010. Lei, nata il 9 febbraio 1930, di anni
ne aveva fatti 81 e li portava bene.
La loro vita era scandita
dall’alternarsi delle stagioni, dalle siccità e dalle piogge
talvolta dannose, dagli usi e costumi, di cui erano depositari e che
sapevano trasmettere con naturalezza e cordialità a coloro che li
frequentavano.
(continua) |
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Resto ammirato di
fronte alla produzione poetica, artistica e
antropologica di Angelo (all’anagrafe Angelomaria)
Siciliano, nato a Montecalvo nel 1946, e che, da
una vita ormai, ha abbandonato con il “corpo”
l’Irpinia. Nel 1965, infatti, aveva preso la
strada per Napoli, in attesa di laurearsi alla
“Federico II” in economia, poi il servizio
militare, e dal 1973 si è trasferito a Trento,
dove ha insegnato negli Istituti superiori e
tutt'ora vive con la sua famiglia. Egli
appartiene, dunque, pienamente a quelli che
abbiamo definito i “poeti della diaspora”.
Del resto, lo
stesso Siciliano, nella “Premessa” ad un fascicolo
autoprodotto ed edito in quindici copie nel 2010,
scrive: “Pur vivendo a Trento dal 1973, idealmente
non mi sono mai separato dalla mia terra natale,
Montecalvo e l’Irpinia. Solido permane il senso
d’appartenenza alla civiltà mediterranea”.
(continua)
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