RICORDO DI ANNUNZIATA BLUNDO E FELICE CRISTINO
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RICORDO DI ANNUNZIATA BLUNDO E FELICE CRISTINO Avevano un bella casa contadina e un podere in contrada Frascino, nella Valle del Miscano Link del post su Fb 2018:
Link del video 'Povera Giulia' su YouTube: https://youtu.be/sBdFbKIAs5M
“Nunzia’!”, così la chiamava il marito, Felice Cristino, ad Annunziata Blundo. Ma per noi era “zi’ Nunziàta”, una bella donna contadina, alta, un portamento da matrona, una grande mamma per i tre figli, che ancora ricorrevano a lei, e nonna amorevole con tutti i nipoti. Il marito, “zi’ Filìci Pannucciéddru”, contadino e pastore, sempre spassoso, mi rispondeva a tono quando gli chiedevo se era giunto il momento di mettere “la péttula a lu mintóne”, l’imbracatura all’ariete, perché non ingravidasse le pecore. Era un grande cantatore arcaico e affabulatore con uno spiccato senso poetico. Se ne andò a 89 anni all’inizio di febbraio 2010. Lei, nata il 9 febbraio 1930, di anni ne aveva fatti 81 e li portava bene. Se ne andò il 14 giugno 2011. Felice Cristino, uno dei dieci figli, quattro femmine e sei maschi, di Michele e Maria Trancucci, sorellastra del mio nonno paterno Angelomaria, fu arruolato per la seconda guerra mondiale nell’arma dell’artiglieria. All’armistizio dell’8 settembre 1943, si trovava nell’isola di Rodi. Vi fu uno scontro sanguinoso tra la sua divisione e 3000 soldati tedeschi. Nonostante sembrasse che gli italiani avessero la meglio, alla fine si arresero e furono fatti prigionieri. Per intimorirli, i tedeschi gettarono in mare molti soldati italiani che affogarono. Per fortuna non vi fu l’eccidio che si consumò invece a Cefalonia. Ma chi dichiarò di non essere disposto a collaborare fu fucilato sul posto. Una parte di loro fu spedita in Germania e sul fronte russo. Alcuni di questi soldati italiani, catturati in seguito dagli americani, furono deportati negli USA. Altri, i soldati contadini, furono invece destinati a lavorare nei campi dell’isola di Rodi, per le forniture alimentari alle truppe tedesche. Tra questi vi era Felice Cristino. Rientrato in Italia e sposatosi con Annunziata, la loro vita, nella bella e comoda casa in contrada Frascino, era scandita dall’alternarsi delle stagioni, dalle siccità e dalle piogge talvolta dannose, dagli usi e costumi, di cui erano depositari e che sapevano trasmettere con naturalezza e cordialità a coloro che li frequentavano. La loro casa era aperta a tutti. E poi si andava via con animo leggero, dopo aver scherzato e sorriso insieme, sulle piccole meschinità della vita. Dopo la morte del marito aveva resistito da sola per alcuni mesi nella casa in campagna, dov’era vissuta da sempre col marito con tante comodità (li ccummilità): il pozzo, il forno, l’orto, il pollaio, l’ovile con pecore e agnelli, i conigli, i cani, i gatti, il vigneto, l’uliveto, tante piante da frutto in giro, la campagna coltivata a cereali e a foraggere per farne fieno. Poi si era trasferita dalla figlia Maria, in contrada Malvizza, sempre in una bella casa di campagna.
1) ANNUNZIATA BLUNDO NON È PIÙ TRA NOI Link: http://www.angelosiciliano.com/Annunziata%20Blundo%20non%20è%20più%20tra%20noi.htm
2) FELICE CRISTINO CI HA LASCIATO
3) FELICE CRISTINO A UN ANNO DALLA MORTE – Una delle figure emblematiche della nostra Irpinia arcaica Link: http://www.angelosiciliano.com/Felice%20Cristino%20a%20un%20anno%20dalla%20morte.htm
Testo del canto
POVERA GIULIA
Sono le undici di notte e l’aria è scura
Non ti ricordi più mio amo’ quel giorno
Triste fu il destino e ti troncò la vita
Nota È una ballata d’amore dolorosa e struggente, che sottende il dramma dell’amata morta, Giulia, mentre l’innamorato è sotto il servizio militare di leva obbligatorio come bersagliere. È un canto arrivato a Montecalvo Irpino (Av), negli anni Trenta del Novecento, col sistema del testo scritto su un foglietto acquistato alle fiere e collegato spesso all’estrazione della fortuna, fatta da un pappagallo da un tiretto minuscolo, zeppo di tanti foglietti piegati e affiancati. Tra i 200 canti che registrai in paese, vi è qualche altra ballata in lingua e passarono nella cultura orale locale ma non subirono il processo di dialettizzazione. Era anche un modo per i cantatori contadini, incalliti dialettofoni, di fare sfoggio della lingua italiana. Il testo è strutturato in quattro sestine, i versi sono di lunghezza variabile e la rima è libera, il ritornello è in coda alla prima e alla quarta strofa. (A. Siciliano – Zell, 14.06.2018)
Canto di Felice Cristino (Montecalvo, 1921-2010), contadino; registrazione del 1990, trascrizione, traduzione e annotazione di Angelo Siciliano nel 2018.
Commenti al post Commovente canzone che mi pare di aver già ascoltato negli anni 1940-50. Bella questa voce antica che mi riporta al mondo contadino! Un viaggio a ritroso che rinnova emozionanti ricordi, mi sembra di ascoltare altra gente del mio paese che, come Felice Cristino, sapeva cantare la gioia e il dolore. Angelo, è molto preziosa ogni testimonianza della tua ricerca! E, per ringraziarti dell’emozione che mi hai regalato aprendo Facebook stamattina, ti trascrivo il breve testo di un canto montorese (di Montoro) che sentivo sempre dalla voce di mia madre quando il cielo era grigio di pioggia come oggi. Anche questo testo parla di una persona cara che non c’è più, l’andamento musicale è malinconico e struggente, ma non ho la registrazione: “Quanne lla tortura perde llu compagno / tutto llu iuorno sta ‘nmalincunia / trova nu pantaniello e ‘nce s’abbagna / trova ‘na funtanella e s’arreposa / cumme t’ ‘a vive ‘st'acqua ‘ndruvelosa?”. Buona giornata! Grazie, Antonia, per l’apprezzamento e la tua bella testimonianza culturale. La nostra cultura etnica è comune in buona parte al Meridione ed è bello muovercisi dentro, come se fosse ancora patrimonio di tutti. Bellissime persone nella foto. Quando venni con Roberto De Simone in casa del nostro amico, tu già mi avevi fatto sentire la sua voce calda e profonda. Caro Angelo, quante belle persone mi hai fatto conoscere! Li ricordo tutti, che bei ricordi! Grazie, Angelo Siciliano, per la splendida testimonianza. Ho passato momenti indimenticabili a casa di zi’ Felice, produttore di un buonissimo formaggio e di un vino bianco fantastico. Ciao, Raffaele, grazie a te per l’apprezzamento. Di te mi accennava talvolta zio Mario, quando ci sentivamo a telefono. Conobbi tua sorella Maria, fresca di laurea, nel 1988 a Montecalvo. Ci siamo incontrati qualche volta a Montecalvo con zio Mario, ma non riuscii a fargli visita a Lucera, dove c’è una grande festa a metà agosto. Di zio Felice pubblicai due canti su YouTube, questo del post e un canto comunista. Ho pronti altri canti da pubblicare, qualcuno di zio Giovanni Cristino. Questo è il link del mio canale su YouTube dal 2013: https://www.youtube.com/channel/UCBF7XJ2jjZbNBOdbv1tIpyA?view_as=subscriber Mia nonna Maria Grazia Iorillo mi parlava sempre di queste persone a lei molto care. Grazie per ricordarle. Che bei ricordi, con quella canzone bandiera rossa falce e martello! I miei zii, grazie Angelo! “Nunzia’!”... mi sembra di sentirlo mentre la chiama. Grazie per il favoloso ricordo. Non conoscevo queste persone, bravissimo zio Felice con la canzone che conosco bene, la cantava anche mio papà. Come li ricordo bene, questi canti contadini belli ad ascoltarli, che porto nel mio cuore, una gioia per i ricordi vissuti nel passato. Un saluto cordiale a tutti, con stima. Carlo. Ciao, Carlo, grazie a te, era il mondo da cui proveniamo. Che emozione i miei grandissimi e immensi nonni! Grazie, carissimo Angelo, un abbraccio immenso. Angelo Siciliano Autore su Montecalvo Irpino On Line Ciao e grazie, cara Antonella, ho in progetto altri video con i canti di zio Felice. Ciao, cara AnnaCrì, fallo sentire al tuo papà il canto, anche se so che si commuoverà, ho in programma altri video con zio Felice, grande cantatore. Un abbraccio a tutti voi e ti segnalo il mio canale su YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCBF7XJ2jjZbNBOdbv1tIpyA?view_as=subscriber Grazie mille Angelo, non mancherò. Grazie per l’impegno nel mantenere vivo il ricordo dei miei cari nonni. È un dolce tuffo al cuore ogni volta.
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