MOSTRE D’ARTE IN TRENTINO 2008-2009 Mirta Carroli a Castel Pergine; Riaperta la casa d’arte futurista Depero e due mostre del Mart di Rovereto; La Scuola Reale Elisabettina di Rovereto; Omaggio a Cesarina Seppi; I prodotti della terra |
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LA PERSISTENZA DEL SEGNO Mostra di Mirta Carroli a Castel Pergine S’inaugurava il 18 aprile 2009, nello straordinario scenario di Castel Pergine, maniero superbo che ospita un albergo e un ristorante, gestiti da Theo Schneider e Verena Neff, con ampia vista su una valle bellissima cinta da un anfiteatro di monti amati da artisti del passato come Tullio Garbari e Gino Pancheri, la mostra La persistenza del segno della scultrice emiliana Mirta Carroli, che rimarrà aperta sino al 8 novembre prossimo. Un’artista con un ampio curricolo di mostre fatte in Italia e all’estero, la partecipazione alla XLVI Biennale d’arte di Venezia per la grafica e la docenza di Didattica dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Futurismo 100 – Illuminazioni. Avanguardie a confronto: Italia – Germania – Russia A cento anni dalla nascita del futurismo, nell’ambito delle mostre allestite per celebrare il Manifesto futurista pubblicato a Parigi nel 1909 su Le Figaro da Filippo Tommaso Marinetti, il 13 dicembre 2008, il Mart inaugurava una grande mostra a cura di Ester Coen, con durata fino a metà giugno 2009, in cui erano messe a confronto le Avanguardie d’Italia, Germania e Russia.
Riaperta la Casa d’Arte Futurista Depero Il 17 gennaio 2009, a cinquanta anni dalla sua fondazione, dopo un lungo e attento lavoro di restauro e ampliamento, curato dall’architetto Renato Rizzi e il progetto museografico di Gabriella Belli, ha riaperto al pubblico la Casa d’Arte Futurista Depero, unico museo futurista d’Italia. Voluta dall’artista Fortunato Depero (Fondo, 1892 – Rovereto, 1960), nonostante i proclami futuristi contro l’arte nei musei, per tramandare la propria arte e la storia personale, accoglie arazzi, tele, giocattoli e opere grafiche.
Oltre 300 sono gli oggetti
esposti, provenienti dalle più importanti collezioni
internazionali, e l’allestimento è distribuito in sette sezioni,
dalla pittura al design, dall’architettura al cinema.
Attraverso uno Sputnik russo e una tuta da astronauta americano
delle missioni Apollo in mostra, traspare la sfida tra USA e
URSS per la conquista dello spazio. Sono in mostra i film di
Stanley Kubrick, i dipinti di Rauschenberg, le ceramiche di
Picasso, i vestiti di Paco Rabanne, i mobili in fibra di vetro
di Charles e Ray Eames, i bozzetti di Le Corbusier, di
Buckminster Fuller e di Archigram, i nuovi mezzi di trasporto
come la P70 Coupé, la micro-auto Kabinenroller della
Messerschmitt e la Vespa
I prodotti industriali
dell’Occidente si confrontano con l’arte e l’architettura del
realismo socialista.
Negli anni Sessanta incombeva
la minaccia di una guerra nucleare. Le fotografie documentano le
manifestazioni di protesta per la guerra nel Vietnam, il ’68 a
Parigi e la Primavera di Praga.
Negli anni Settanta cominciano a far capolino la cultura
ambientalista e una sensibilità nuova verso
la fragilità del nostro pianeta da
salvare.
(Questo testo
è fruibile nel sito
www.angelosiciliano.com).
Zell, 5 giugno 2009
Angelo Siciliano
LA SCUOLA REALE ELISABETTINA DI ROVERETO Una mostra realizzata con disegni, incisioni e acquarelli degli allievi di inizio ‘900 La Scuola Reale Elisabettina di Rovereto, Real Schule, che ebbe sede in palazzo Piomarta, fu istituita verso la metà del XIX secolo, quando il Trentino era parte integrante del Tirolo sotto l’Austria, ed è rimasta nell’immaginario collettivo come modello pedagogico quasi perfetto, per com’era organizzata, per tipo di rapporto tra docenti e discenti e, soprattutto, per i risultati da essa prodotti, che sono stati negli anni oggetto di studio e pubblicazioni. Si trattò di una scuola che preparava i giovani nella teoria e nella pratica, preludio al Liceo scientifico e in parte alle attuali scuole professionali e scuole tecniche.
Le 16 opere di questi artisti, che le rendevano omaggio nel
ricordo e nell’affetto per i decenni passati fianco a fianco
nelle “battaglie” per l’arte, rispecchiavano la filosofia di
ciascuno nell’interpretazione del paesaggio. E poiché in questo
caso, trattasi di paesaggio della memoria, non necessariamente è
un paesaggio “esterno” a riempire la tela, come potrebbe essere
uno scorcio urbano o la vista di una montagna, ma spesso è un
paesaggio del foro interiore, con implicazioni esistenziali,
espresso nella personale e intima cifra stilistica.
Le opere in mostra di Cesarina
Seppi erano 33 e rappresentavano bene la sua produzione espressa
nell’arco di una vita dedicata all’arte.
Poiché questa mostra
rispecchiava l’antologica “I segni della luce”,
che lei tenne a Palazzo Trentini nel 1988, riporto l’articolo
che le dedicai, uscito allora nella rivista UCT di Trento e che
le feci pervenire tramite il poeta Marco Pola.
In occasione della collocazione
della scultura in bronzo «Totem solare»
(cm 120 x 400 x 360) di Cesarina Seppi, nel cortile di Palazzo
Trentini, da poco divenuto sede splendida del Consiglio
Provinciale della Provincia Autonoma di Trento, si è inaugurata
un’antologia della stessa artista, con durata dal 30 aprile al
31 ottobre ‘88. Il periodo rappresentato, 1938-1988, molto
ampio, ha richiesto un’articolazione della mostra, dove sono
rispettate epoche creative e tecniche adoperate differenti,
perchè tanti sono stati le fasi di ricerca e gli esiti estetici
ed espressivi cui quest’artista, in tanti anni di attività, è
pervenuta. Sono esposti opere di pittura, sculture e qualche
mosaico, data la multiforme attività della Seppi, che l’ha vista
impegnata pure nell’arte decorativa applicata.
Moltissime le mostre, personali e
collettive, sin qui tenute, sia in Italia che all’estero. Tanti
hanno scritto di lei.
Ebbe a dichiarare Guttuso – in
occasione dell’antologia che Palazzo Grassi a Venezia gli dedicò nel
1982 – di aver avuto paura per quella mostra, in quanto la sua
immagine di artista ne poteva uscire ingigantita come pure
rimpicciolita.
Nel caso in questione non sappiamo,
non conoscendola, con che spirito Cesarina Seppi abbia affrontato
questa “prova” impegnativa per la scelta delle opere e sicuramente
faticosa per l’allestimento della mostra.
Le opere sono raggruppate in tre
periodi. Il primo, 1938-1952, accoglie figure e ritratti, per i
quali è evidente il collegamento a cerco Novecento, e qualche
paesaggio. Grazie agli impasti, agli accostamenti cromatici e a
certi impianti raffinati, molte di queste opere conservano la loro
originale freschezza e poesia. Del periodo 1952-1966, fanno parte
alcuni quadri molto materici, a tecnica mista, alludenti a tematiche
spaziali, nei cui impasti policromi e polimaterici sono incastonati
alcuni cubetti di marmo. Una gestualilà densa di significati, come
pure una certa tendenza all’informale, con una forte matrice
naturalistica, traspaiono da queste opere. Il collegamento con il
periodo precedente, pare di poterlo cogliere con i cupi paesaggi ad
olio che di quello fanno parte.
L’ultimo periodo, 1968-1988,
rappresenta una svolta rispetto ai due precedenti, anche se con il
secondo il collegamento è evidente: la spazialità. Si assiste al
trionfo di giochi di elementi geometrici (coni, falci, comete,
cuspidi, ellissi, cerchi ecc.) in spazi senza confini, dove però
ogni movenza è controllata e il tutto è pervaso da un freddo lirismo
accentuato dall’uso di certi colori dominanti: azzurri, blu,
turchesi e verdi. Di questo periodo fanno parte anche opere d’arte
applicata (vedi le due «Scultura luminosa»
del 1970 e 1971), sculture in bronzo, compreso “Totem solare”,
e mosaici che realizzano plasticamente l’assunto della ricerca
artistica che Cesarina Seppi ha sviluppato in questo periodo.
Il catalogo, con testo critico di
Luigi Lambertini, con testimonianze relative a mostre precedenti e
illustrazioni a colori e in bianco e nero, è stampato, da Grafiche
Artigianelli di Trento, nel 1988.
Scheda del catalogo
Il catalogo, di
88 pagine, con presentazione di Lucia Maestri, Assessore comunale
alla Cultura, Turismo e Biblioteche, con testo critico di Maurizio
Scudiero, con le biografie degli artisti e le foto a colori delle
opere esposte, è stato stampato in novembre 2008 da Nuove Arti
Grafiche di Trento, per conto del Gruppo di artisti trentini “La
Cerchia”.
(Questo testo
è fruibile nel sito
www.angelosiciliano.com).
Zell, 30 novembre
2008
Angelo Siciliano
I
PRODOTTI DELLA TERRA
Artisti trentini
tra Ottocento e Novecento a Palazzo Roccabruna
Nelle sale di Palazzo Roccabruna, che si va affermando come “La casa dei prodotti trentini”, il 20 novembre 2008, s’inaugurava la mostra I prodotti della terra – Artisti trentini tra Ottocento e Novecento, con durata fino al 18 gennaio 2009.
Curata da Maurizio Scudiero,
aveva lo scopo di creare un collegamento ideale tra l’arte, i
profumi e i sapori del territorio trentino, che si promuoveva
con la nuova edizione di “Bollicine su Trento” dedicata a un
prodotto rappresentativo della viticoltura qual è lo spumante
Trentodoc, e accoglieva
50 opere di 27 artisti trentini: Giuseppe Balata, Roberto
Marcello Baldessari, Marco Bertoldi, Carlo Bonacina, Luigi
Bonazza, Bruno Colorio, Fortunato Depero, Vigilio Eccel, Mariano
Fracalossi, Orazio Gaigher, Tullio Garbari, Attilio Lasta, Neno
Mori, Gino Pancheri, Michelangelo Perghem Gelmi, Mario Pevarello,
Guido Polo, Eugenio Prati, Giulio Cesare Prati, Romualdo Prati,
Riccardo Schweizer, Cesarina Seppi, Oddone Tomasi, Luigi
Vicentini, Otmar Winkler, Dario Wolf e Remo Wolf. Alcuni di loro
sono noti al pubblico e alla critica e tutte le opere pittoriche
erano in tema col titolo della mostra. Opere collegate alla
storia, alle tradizioni e all’identità del territorio locale,
prodotte dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Novanta del
Novecento, che raccontano, attraverso il lavoro e i frutti
dell’attività agricola, un passato recente che pare lontano e
invece precede solo di
qualche decennio l’epoca attuale.
Le opere erano raggruppate in
quattro sezioni tematiche ben distinte: Vendemmia e vino; Lavoro
nei campi; Vitalità della natura morta; Istantanee di vita
contadina. Opere di artisti già storicizzati come Garbari,
Depero, Iras Baldessari, Bonazza, Gino Pancheri, Eugenio Prati,
Remo Wolf, accanto a quelle di altri artisti che s’accingono ad
esserlo con pieno merito.
Scheda del
catalogo
Il catalogo, di
71 pagine, illustrato con immagini a colori, contiene i testi di
Adriano Dalpez, Presidente della Camera di Commercio Industria
Artigianato e Agricoltura di Trento, e Maurizio Scudiero. È stampato
in novembre 2008 dalla Tipografia Editrice Temi s.a.s. di Bacchi
Riccardo & C. Trento, per conto della Camera di Commercio Industria
Artigianato e Agricoltura di Trento, 6° volume nella collana “Arte e
prodotti a Palazzo Roccabruna”.
(Questo testo
è fruibile nel sito
www.angelosiciliano.com).
Zell, 30 novembre
2008
Angelo Siciliano
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