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DOLOMITI TESORI DI
CRISTALLO*
Una mostra di
cristalli prolungata fino al 2005 e tantissima
attività
svolta dal Museo
Tridentino di Scienze Naturali
In marzo 2004 s’inaugurava, presso la sede del
Museo Tridentino di Scienze Naturali, in via
Calepina a Trento, la mostra Dolomiti tesori di
cristallo, prolungata poi fino al 2005.
Le Dolomiti sono nate, come scrive Luca Arzuffi in
catalogo, “dall’incontro tra l’acqua di antichi
oceani e il fuoco dei vulcani di ere remote, in un
paesaggio che milioni di anni dopo, ai giorni
nostri, è diventato uno dei gruppi montuosi più
affascinanti e celebrati del mondo”.
I
“Monti Pallidi”, l’altro nome con cui sono
conosciute le Dolomiti, fu il titolo di
un’importante mostra, tenutasi a Trento qualche
decennio fa, con cui esse furono celebrate.
Le Corbusier le definì “la più bella architettura
del mondo”.
Diede loro il nome, il naturalista francese
Dieudonné-Silvai-Guy-Tancrède de Gratet de
Dolomieu, che le scoprì nella seconda metà del
1700.
Ma
esse non sono costituite di sola dolomia. Ciò che
i microrganismi marini rilasciarono come fanghi
impalpabili tanti milioni di anni fa, si
solidificò e poi gli sconvolgimenti vulcanici
trasformarono parti di quelle rocce in cristalli
che, una volta estratti dagli strati rocciosi o
dai geodi, sono i fantastici minerali in mostra,
le impareggiabili meraviglie della natura.
Le Dolomiti sono vette imponenti, torri
frastagliate, guglie, pinnacoli, cime isolate,
catene o massicci con ripide pareti chiare che, in
certe condizioni di luce, al tramonto o al mattino
si colorano di un rosa caratteristico e
affascinante.
Sono paesaggi naturali stupendi, tesori geologici,
ambientali e culturali da tutelare e
salvaguardare.
Rappresentano pure l’insostituibile motore dello
sviluppo turistico, invernale ed estivo, e una
fonte di reddito sicura per le comunità locali.
Hanno stimolato l’interesse scientifico-geologico
di generazioni di studiosi e appassionati, che nel
tempo ha portato alla creazione di alcuni musei
naturalistici.
Tra i minerali delle Dolomiti, vere e proprie
opere d’arte naturali custodite nel cuore delle
montagne, si riscontra una ricca varietà di
cristalli: agata, ametista, analcime, apofillite,
augite, barite, biotite, cabasite, calcedonio,
calcite, darchiardite, datolite, diaspro, epidoto,
fassaite, gehlenite, gesso, gismondino, goethite,
granato, heulandite, limonite, laumontite,
magnetite, micascisti, monticellite, mordente,
natrolite, ornblenda, pirite, pistacite, prehnite,
pseudomorfosi di quarzo, puflerite, quarzo, quarzo
rosa, spinello, seladonite, stilbite, thomsonite,
vesuviana, wollastonite.
Sono tutti cristalli estratti in una ventina di
luoghi dolomitici come Zemmer-Loch-Pufels, Piz
Sella, Val Duron, Drio le Pale, Col Bel, Val San
Nicolò, Ciampac ecc.
Nella mostra sono 150 i minerali esposti sotto
forma di cristalli, prestati da collezionisti
privati. Tra essi uno dei pochi minerali di
fluorite di Prestavel, che fa tornare alla memoria
l’immane tragedia di Stava, e una calcite estratta
nel recente traforo effettuato a Mezzolombardo.
Sono stati anche ricostruiti nei locali della
mostra gli ambienti delle miniere per l’estrazione
dei minerali.
Intensa è l’attività che il Museo Tridentino di
Scienze Naturali svolge sul territorio.
Intercetta le notizie scientifiche, ancora prima
che esse vengano prodotte e diffuse.
Promuove corsi di giornalismo scientifico per i
giovani.
Organizza passeggiate sul territorio per visite
naturalistiche guidate da esperti.
Organizza oppure dà ospitalità a conferenze su
tematiche scientifiche, culturali e ambientali.
Tiene corsi di laboratori creativi aperti al
pubblico interessato.
Con “Musica delle Stelle” organizza spettacoli di
musica itinerante dell’Arco alpino alla “Terrazza
delle Stelle – Viotte del Monte Bondone”.
Ospita mostre d’arte dei ragazzi dei Centri Anffas
Trentino Onlus.
Gestisce il “Giardino Botanico Alpino Viotte Monte
Bondone” e il “Centro di Ecologia Alpina”.
Presso la “Terrazza delle Stelle”, di notte
accoglie il pubblico per l’osservazione
astronomica degli corpi celesti.
È
collegato al Museo G. Caproni Aeronautica scienza
e innovazione, che gestisce pure il Planetario, e
al Museo delle Palafitte del lago di Ledro.
Ha stipulato un protocollo d’intesa per
collaborazioni scientifiche e culturali con il
Deutsches Museum di Monaco di Baviera.
Produce mostre interattive nell’ambito
dell’attività “Sperimentiamo la scienza a Trento”
e ha aderito alla “Giornata mondiale per la
sicurezza stradale” organizzando incontri
educativi con i ragazzi.
Con “La stanza delle scoperte” accoglie, per farli
giocare con la scienza, i bambini dai quattro ai
dieci anni.
Catalogo
• A cura e con
testi di Michael Wachtler.
• Contributi di
Luca Arzuffi, Marco Avanzini, Fulvio Macello,
Volkmar Mair.
• Ricco
apparato d’immagini a colori dei minerali.
• Edito da
ATHESIATOURISTIK e MUSEO TRIDENTINO DI SCIENZE
NATURALI, Bolzano 2004.
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Articolo del 2004 per la rivista trentina U.C.T.
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