* Almeno due elementi di
questo mio testo, la sifilide e la filastrocca di Agnese, fanno ipotizzare
il contatto dei munticalvulìsi, dall’antico nome del paese
Montecalvoli, con i francesi. Che un incontro ravvicinato sia avvenuto nel
luglio del 1496, lo scrive Francesco Guicciardini nella sua “Storia
d’Italia”, edita in tre volumi da Einaudi nel 1971. Infatti, lo scontro
militare tra Carlo VIII, re di Francia, e Ferdinando II d’Aragona, re di
Napoli, avvenne proprio ai piedi del monte, tra Montecalvoli e Casalarbore.
Il re francese aveva mire di conquista sul regno di Napoli, che sarebbero
fallite, e da qui il saccheggio brutale cui fu sottoposta Napoli,
nonostante l’iniziale occupazione pacifica della città e l’accoglienza
favorevole della popolazione.
La sifilide, arrivata in
Europa a seguito della scoperta dell’America, avvenuta nel 1492, fu
diffusa dagli equipaggi di Cristoforo Colombo a partire dal 1493.
È detta “il mal franzese”,
da cui il termine dialettale ‘nfranzisàti, perché i soldati di
Carlo VIII diffusero nel Meridione questa terribile malattia venerea nel
1496, attraverso i rapporti sessuali avuti con le donne di Napoli e con
quelle di altri territori del regno.
La filastrocca di Agnese,
da me riscontrata tra i contadini di Montecalvo Irpino nel 1994, è
sicuramente molto antica, per via dei tipi di moneta e misura menzionate
nel testo: il ducato e l’oncia. Il ducato fu coniato in oro per la prima
volta a Venezia nel 1284. Successivamente fu coniato pure in argento e in
seguito altri stati imitarono questa moneta. L’oncia, come unità di
misura, in uso a Roma e nel Meridione, nel sistema duocecimale equivaleva
a 1/12 di libbra, mentre in quello decimale a 1/10. Nel dialetto
montecalvese, ónza sta per quantità minuta di una data merce, della
grandezza pari a un’unghia.
Tra le tantissime monete
di rame, da me ritrovate sporadicamente nei campi coltivati di contrada
Costa della Menola, ve n’è una con le scritte “République française” sul
recto e “Liberté égalité fraternité” sul tergo. Fu coniata chiaramente in
Francia dopo la proclamazione della repubblica, avvenuta il 27 agosto
1789.
Molte altre monete
francesi, in lega d’alluminio, ritrovate sempre nella stessa zona, sono
state coniate negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. Ma queste
sono evidentemente le monetine gettate via dai tanti emigranti
montecalvesi in Francia di quegli anni.
Di Montecalvo Irpino sono
i soprannomi Lu Franzése, Franzitiéddru, Francischèddra, Francióne,
Franciscóne, tutti aventi a che fare con il termine francese, e alcune
delle tante parole come addunàni, accorgersi, ammasunà,
rientrare nel pollaio, buatta, barattolo, buffètta e
buffè, tavolo, cacàgliu e ‘ncacaglàni, balbuziente e
balbettare, daccialàrdu, arnese per schiacciare il lardo,
jèrmite, mannello, jurnàta, giornata, maccatùru,
fazzoletto da testa, malivìzzu, malvizzo, mèrcu,
cicatrice, pindindì, pendente di una catenina, ruva,
vicoletto, Santalója, S. Eligio, sciamìssu, soprabito,
sciarabbàllu, calesse, tuppu, capelli in crocchia, derivanti
rispettivamente da s’adonner, à la maison, boîte, buffet, cacailler,
hachier, gerbe, journée, mouchoir, mauvis, merc, pendentif, rue, S. Elois,
chemisier, char à bancs, toupet o top.
Zell, 10 dicembre
2005 Angelo
Siciliano
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