LA RIFORMA DEL SISTEMA DELLE ATTIVITÀ CULTURALI*

NELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO


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Dalle linee guida ad una nuova legge per la cultura in Trentino

È stata approvata, all’inizio di giugno 2004, la legge provinciale che disciplina in Trentino tutto ciò che attiene allo sport: le strutture sportive sul territorio, il loro utilizzo, le associazioni sportive, la loro attività, le modalità d’accesso ai finanziamenti pubblici ecc.

Una legge quadro analoga, ancora in gestazione, si andrà a formulare relativamente al sistema della cultura in Trentino, per portarla poi in consiglio provinciale per la sua discussione e approvazione.

Il presidente della giunta provinciale, Lorenzo Dellai, in ottobre 2003, in piena campagna elettorale, incontrava gli operatori culturali e dichiarava di aver inserito il comparto della cultura, perché settore d’importanza strategica, tra le priorità del suo programma.

Prometteva pure che, in caso di vittoria elettorale, avrebbe riconvocato e incontrato, per un confronto di opinioni, tutti gli operatori culturali.

Erano anni, dopo i bei tempi andati dell’assessore Guido Lorenzi, a cavallo degli anni Settanta e Ottanta, che la cultura “soccombeva” all’istruzione, nel senso che l’accorpamento delle due competente nello stesso assessorato si risolveva a scapito della prima. Insoddisfacente attenzione, da parte degli assessori succedutisi a Lorenzi, e in generale risorse inadeguate erano destinate alla cultura, anche se gli addetti ai lavori sanno, o dovrebbero sapere, che una scuola, se è buona, al massimo fa buona istruzione, ma è assai improbabile che questa sia già cultura. Al massimo fornisce buone basi di crescita agli allievi, ma l’arte, la musica, la poesia, la danza, il teatro e la cultura in generale sono altra cosa, e sono in tutto o in parte già radicate nel tessuto sociale.

Lorenzo Dellai, una volta rieletto e riconfermato alla presidenza della giunta provinciale, si è mosso tenendo fede alla promessa fatta.

Il primo atto è stato la nomina di Margherita Cogo, che è anche vice presidente della giunta, ad assessore alla cultura, competenza finalmente scorporata dall’istruzione. E questo perché Dellai crede che la cultura debba avere un suo ruolo ben preciso: senza perdere di vista che siamo in Europa, essa è strategica per lo sviluppo socio-economico del territorio provinciale.

Il passo successivo è stato la messa a punto delle “Linee guida per il riordino della disciplina delle attività culturali nella Provincia Autonoma di Trento”.

 

Angelo Siciliano,
Il focolare silenzioso
1972 (tempera).

E proprio l’opuscolo di 33 pagine con le “Linee guida” era presentato, la sera di venerdì 20 aprile 2004, da Dellai in persona, accompagnato da Margherita Cogo, nella splendida sala convegni di Maso Martis a Martignano, gremita all’inverosimile di rappresentanti di associazioni e federazioni, docenti, operatori culturali, artisti, musicisti, giornalisti, promotori d’eventi e liberi battitori della cultura.

Le “Linee guida”, non sono ancora un progetto legislativo di riforma. Costituiscono uno strumento articolato, in cui si elencano le politiche culturali provinciali del passato e si valuta il ruolo della Provincia. Si riportano i sistemi e le reti culturali come musei, ecomusei, biblioteche e scuole musicali. Si accenna ai rapporti cogli enti locali. È valutata la situazione complessiva per niente incoraggiante dei giovani, poco portati all’associazionismo e all’assunzione di responsabilità, che percepiscono come estranea la sfera pubblica della società.
Si accenna alla legge provinciale 12/1987 in materia di tutela e conservazione dei beni culturali, tra cui gli archivi pubblici e privati.
Sono poi riportate le linee guida dell’azione riformatrice: sussidiarietà verticale, vale a dire definizione dei ruoli tra Provincia ed Enti locali; sussidiarietà orizzontale, che significa apertura al privato, coinvolgendolo nella gestione/prestazione dei servizi pubblici, anche secondo quanto previsto dalla Legge Cost. 3/2001, “favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale” (art. 118, comma 4 Cost.); consentire l’emersione di potenzialità inespresse, costruire percorsi nuovi, avviare azioni per la promozione ed il sostegno delle imprese culturali; promuovere l’efficienza, l’economicità e la trasparenza dei singoli Enti che operano nei diversi comparti delle Attività culturali; riorganizzare alcuni comparti delle Attività culturali; fare sì che la metodologia di lavoro, dopo la ricognizione delle Attività culturali sul campo, avvii uno studio scientifico rigoroso dei fenomeni, l’instaurazione di contatti con gli operatori locali e la formulazione di proposte concrete e soluzioni operative, prevedendo anche “finestre strutturate di ascolto”, grazie all’informatica, con un tavolo di confronto su web  il Forum del portale www. trentinocultura.net , a cui tutti gli interessati possono accedere con propri interventi e suggerimenti.

 

A Maso Martis Lorenzo Dellai avviava il dibattito sulle attività culturali parlando di “spirito di land”, nel senso che la cultura è strategica nello sviluppo socio-economico del territorio, proprio in quest’epoca in cui si avverte una forte crisi d’identità indotta dalla globalizzazione. Ribadiva che la cultura deve avere un suo ruolo e una centralità nelle attività della Provincia, e che, a fronte di un bilancio provinciale in calo, è significativo che le risorse destinate alle attività culturali aumentano del 2,5 per cento.

Margherita Cogo esordiva dicendo che, in questo momento cruciale, bisogna investire in cultura, perché la globalizzazione si accompagna a fenomeni di degrado oggettivo. La cultura è senso d’appartenenza, ma anche apertura verso l’altro e, ora che nell’Europa più allargata le varie realtà si confrontano con la globalizzazione, il Trentino non deve diventare una realtà marginalizzata. La crescente domanda di cultura è tipica di tutte le società avanzate e quella trentina lo è, e deve trovare le risposte idonee a queste nuove domande ed esigenze di cultura. Le istituzioni e le città dovranno ripensare le loro strutture organizzative. Andare a costruire un progetto di ripartizione e distribuzione delle risorse, tra le varie associazioni e operatori culturali del Trentino, è democraticamente delicato, ma di tutti questi soggetti le Istituzioni hanno comunque bisogno.

Dopo l’illustrazione delle “Linee guida”, diversi erano gli interventi da parte dei soggetti presenti e ciascuno esponeva il suo punto di vista e il proprio interesse particolare.

Prima di salutare e dare la buonanotte a tutti, Dellai prometteva che, nel giro di qualche mese, probabilmente subito dopo l’estate, si avrà un quadro preciso della situazione per quanto concerne la cultura in Trentino.

L’impressione è che si fa sul serio e finalmente si vogliono rimettere le cose a posto, rispetto al deludente passato.

Dellai e Cogo, dopo avere gettato il sasso nello stagno, stimolato e ascoltato i partecipanti all’incontro, valuteranno, progetteranno, decideranno. Si spera per il bene e il meglio della cultura. I propositi paiono buoni, ma bisognerà attendere che la legge, una volta presentata e approvata, vada in vigore e funzioni secondo le aspettative di tutti. Altrimenti bisognerà rimettervi mano e procedere ad un suo aggiustamento.

 

                *Pubblicato nel 2004 nel n:342-343 della rivista trentina U.C.T.