IL FAI HA ORGANIZZATO LA VISITA AI PALAZZI DEL BEN E PIZZINI A ROVERETO E UNA DEGUSTAZIONE A CASTEL NOARNA
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In entrambi i palazzi permangono gli stemmi di famiglia. A Castel Noarna, dove ci avrebbe raggiunto Giovanna degli Avancini, Capo Delegazione del FAI per il Trentino, si andava solo coloro che avevano prenotato la merenda. Appena giunti al castello, collocato in mezzo a sette ettari di vigneti, a 350 metri sul livello del mare, si aveva un bel colpo d’occhio sulla Vallagarina e sul resto della valle attraversata dall’Adige. Si faceva tutti insieme un brindisi e poi, guidati da Francesca Molinari, si andava a visitare l’interno del castello. Prima ci si recava a visitare la cantina, poi si saliva lo scalone e si ammirava la volta michelangiolesca affrescata nel ‘500. Quindi si entrava nella sala detta “Il giardino d’inverno” con la volta affrescata a mo’ di pergola con vari tipi di piante. Dopo aver visitato la Cappella interna, in cui si ammirava la pala d’altare "L'incoronazione della Vergine con i santi Nicola e Francesco" risalente al 1580, si saliva in sala da pranzo dove erano servite le specialità preparate per l’occasione, abbinate ai vini Salvanel, Bianco di Castelnuovo e Mercuria. Castel Noarna, di proprietà della famiglia Zani di Rovereto dal 1974, dopo l’acquisto dal conte Alberico Lodron con la campagna circostante, è sede di un’azienda agricola che produce dieci qualità d’uve, offre cinque tipi di vini e organizza visite ed eventi speciali. Ma non è stato sempre così. La storia di questo castello ebbe inizio nell’XI sec., quando si chiamava Castelnuovo Lagarino. Era stato edificato sui resti di una preesistente fortificazione romana e i proprietari erano i Castelnuovo, il cui nome derivava da quello del castello. Alla fine del 1200 il castello, da cui dipendevano le comunità di Noarna, Castellano e Pomarolo, passava ai Castelbarco, potente famiglia del Principato vescovile di Trento, con proprietà anche nel bellunese e nel veronese. Nel 1486 il castello passava ai Lodron, grazie all’appoggio della Repubblica di Venezia, e si ampliava il controllo sul territorio che va da Reviano sino ad Aldeno. Con Nicolò Lodron, che sposava, nel 1532 Gentilia Contessa d’Arco, che metteva al mondo Gasparo, e, in seconde nozze, Beatrice di Castellalto, da cui nascevano Paride e Susanna, il castello da fortezza difensiva era ampliato con settori residenziali e trasformato in dimora gentilizia. Si realizzavano molti affreschi e il castello assumeva l’aspetto odierno. Paride Lodron nel 1606 sarebbe diventato Principe Vescovo di Salisburgo e avrebbe fatto costruire a Villalagarina la Cappella di San Ruperto, piccolo capolavoro decorato con preziosi stucchi ed affreschi in stile barocco. I Lodron nel 1842 rinunciarono ai diritti feudali e dopo il 1876 si trasferirono nel loro palazzo di Nogaredo, perciò il castello divenne residenza estiva e fu svuotato del suo arredo che servì ad arredare il palazzo. Castel Noarna rimane tristemente famoso per il processo alle streghe di Nogaredo nel 1646. Diverse streghe del posto vennero arrestate e rinchiuse nel castello. Alcune di esse furono liberate, perché riconosciute innocenti, ma cinque furono condannate, decapitate e mandate al rogo, come monito alla popolazione, e gli abitanti delle giurisdizioni furono costretti assistervi. Anche un uomo fu accusato di stregoneria e morì nella prigione del castello.
Zell, 20 ottobre 2005 Angelo Siciliano |