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NOTE
BIOBIBLIOGRAFICHE DI ANGELO SICILIANO
4 Angelomaria
all’anagrafe, figlio di contadini, nasce a Montecalvo Irpino l’8
maggio 1946.
4 Nel 1949, con
l’unico fratello di dieci mesi, rimane orfano del padre Silvestro,
deceduto a 25 anni per le complicanze della malaria malcurata,
contratta in Puglia, nelle campagne di Troia, come bracciante
all’età di 18 anni.
La madre, Mariantonia Del Vecchio,
di carattere fiero e orgoglioso, rinuncia a rifarsi una vita e
porta avanti la famiglia da sola, lavorando duramente nei campi.
4 Dall’età di 14 anni inizia, da autodidatta, la propria
produzione in pittura e poesia. Per questioni economiche e
familiari deve rinunciare ad iscriversi al liceo artistico di
Napoli.
4 Nel 1963 è
pubblicata per la prima volta una sua poesia su Miscellanea,
giornalino della propria scuola, l’I.T.C. ”G. Bruni”
di Ariano
Irpino. È un sonetto dedicato al terremoto del 1962.
4
Nel 1965 esegue opere caricaturali per la festa studentesca MAK P
100, che si tiene cento giorni prima
degli esami per ragioniere.
Consegue il diploma di ragioniere e
s’iscrive alla facoltà di Economia e commercio presso l’Università
di Napoli.
Esegue opere pittoriche satiriche, in
occasione delle elezioni amministrative locali.
Nel 1966 dipinge due tempere con S.
Pompilio Maria Pirrotti, che sono esposte al pubblico per anni
nella casa natale del santo e poi conservate presso il
reliquiario.
4
Collabora, sino all’età di venti anni, nei lavori agricoli.
4 Parallelamente al
corso di studi curricolari, inizia uno studio autonomo delle arti
figurative, della
storia dell’arte, della narrativa e della poesia
contemporanea, nazionale e internazionale.
Non trascura di ascoltare diversi generi
di musica. Disegna, dipinge, scolpisce, scrive, frequenta
mostre
e discute con alcuni amici più di cultura che di questioni
politiche. Tutte cose che continuerà a fare
anche in seguito.
4 Dall’autunno del
1966 si trasferisce nella città partenopea e lavora per due anni
come istitutore in un convitto religioso di S. Giorgio a Cremano,
per potersi mantenere agli studi.
4 Nel 1968 esegue delle
opere a tempera e ne fa omaggio per l’arredo della sede della
Polisportiva
Montecalvese, di nuova costituzione.
Aderisce al movimento di lotta e
contestazione studentesca del Sessantotto e nel 1969 partecipa,
per otto mesi, all’occupazione della sua facoltà, contro i baroni
dell’università e la borghesia dominante, vale a dire quella che
allora era indicata come “nemico di classe”. La sua è una
partecipazione alquanto passiva e carica di dubbi. Alla prova dei
fatti, i baroni sarebbero rimasti al loro posto e la borghesia
pure, con qualche ingannevole operazione di lifting estetico.
Durante i mesi dell’occupazione
conosce la futura moglie, Maria Paparo, napoletana di padre
calabrese, anche lei studentessa universitaria.
4 Nel luglio 1970 si
laurea in Economia e commercio. Gli viene offerto subito un
“posto” al Museo Provinciale di Avellino, che lui si guarda bene
dall’accettare.
4 Da ottobre ’70 a
dicembre ’71, non essendo ancora consentita l’obiezione di
coscienza (c’era già stato però qualche arresto di obiettori),
presta controvoglia il servizio militare di leva a Venaria Reale
(TO). Prende atto dell’ideologia nazista di qualche ufficiale in
servizio. Ha
l’occasione di conoscere il clima politico-sindacale di una grande
città del Nord, appartenente all’allora Triangolo industriale con
Genova e Milano. È già cominciata l’epoca degli autunni caldi, con
le contrapposizioni sociali e le lotte, anche aspre, che avrebbero
caratterizzato poi gli anni Settanta, segnati duramente anche dal
terrorismo.
Frequenta i luoghi storici e i
musei cittadini, le mostre d’arte e prosegue la propria formazione
artistico-letteraria.
Condivide la condizione
dell’emigrante e la nostalgia struggente per la propria terra
d’origine con gli amici immigrati a Torino, lavoratori della FIAT
o di altre aziende, ospiti in vecchi palazzi del centro, col cesso
in comune sul ballatoio, o in caseggiati fatiscenti dei sobborghi
della città.
4 Nel febbraio 1973
riceve l’incarico d’insegnamento a Trento. Si sposa e risiede con
la moglie in questa città, dove entrambi sono docenti nel locale
Istituto Tecnico Commerciale.
4
Nel 1974 nasce il primo figlio Antonello e nel 1976 il
secondogenito Adriano.
4 Nel 1977 tiene a Trento la sua prima mostra di pittura,
con oltre cinquanta opere, e pubblica il primo libro di poesie.
4 È in stretto contatto
con alcuni poeti e artisti locali; tiene diverse mostre personali
di pittura e partecipa a mostre collettive. Continua a produrre
poesie e inizia a scrivere d’arte.
4 È giornalista
pubblicista dal 1989.
4 Scrive articoli e
talvolta pubblica anche disegni su alcune riviste: U.C.T., Arte e
Arte, Rene & Salute,
JUDICARIA.
4 Collabora da anni
con la D’Ars di Milano, per l’arte contemporanea, con articoli su
quotidiani o riviste.
4
E’ stato segretario di due associazioni artistico-letterarie,
nonché direttore di due periodici d’associazioni culturali.
4
Come pittore, ha tenuto 17 mostre personali e ha partecipato a
diverse collettive. È inserito nell’archivio del MART, Museo
d’Arte Contemporanea di Trento e Rovereto.
4
Ha pubblicato finora tre raccolte di poesie in lingua: Versi
biologici nel 1977, Tra l’albero di Giuda e quello del
Perdono nel 1987 e Dediche nel 1994.
Nel 1993 è inserito nell’antologia
CONTROPAROLE, di 13 poeti trentini contemporanei, curata da
Giuseppe Colangelo per le edizioni Arca di Trento.
La radio della sede Rai di Trento gli
dedica, nel 1994, un’ora di trasmissione per la sua poesia in
lingua.
4
Nel 1998, con la sua classe quinta ragionieri, partecipa ad un
concorso nazionale con un ipertesto multimediale contenente
diversi suoi disegni, sulla storia e archeologia di Trento. Il
lavoro è fruibile nel sito della scuola
www.itc-tambosi.tn.it Area
umanistica diramazione Storia.
Nel 2001 è stato accolto nell’antologia
Tempi Moderni, raccolta di poeti contemporanei delle varie
regioni d’Italia, edita da Libro Italiano World di Ragusa.
In questi anni ha accumulato molto materiale
poetico per la pubblicazione potenziale di altre raccolte di
poesie in lingua, di cui una con i tanti testi ispirati al
Sud-Mediterraneo.
4
Dopo aver tenuto compressa e celata per anni la propria cultura
arcaica, che talvolta ha fatto capolino nei versi in lingua e in
qualche disegno, inizia dal 1987 un recupero glottologico e
antropologico ad ampio raggio, per il proprio paese d’origine,
Montecalvo Irpino (AV).
Nel 1988 pubblica, presso l’editore Menna di
Avellino, un libro di 160 pagine scritto a Zell (TN), Lo zio
d’America, con testi vari in dialetto e traduzione a fronte,
che è presentato prima al Sud e poi a Trento, presso la locale
facoltà di Lettere. Mario Sorrentino, nel suo intervento, scrive
che Siciliano sta “tentando un’operazione di salvataggio culturale
veramente sconvolgente per la storia poco conosciuta della nostra
etnia irpina”.
Dopo la pubblicazione di questo libro avanza
due proposte progettuali:
1.
nel 1988 propone agli amministratori
comunali montecalvesi la realizzazione di alcuni murales, per il
decoro del paese, da eseguirsi da parte di alcuni pittori
muralisti, conosciuti a Piano Vetrale (SA), come membro di una
giuria per un concorso artistico;
2.
nel 1989 elabora un proclama per
l’istituzione di un Museo Intercomunale dei Mestieri e della
Civiltà Contadina in Alta Irpinia, e lo pubblicizza nello stand
del Comune di Montecalvo, allestito in occasione della VI Fiera
della città di Ariano Irpino, tenutasi in agosto ‘89.
La proposta per i murales è accolta ed è
eseguita una striscia pittorica, lunga un centinaio di metri, con
miti e fatti di storia locali. Il proclama per il museo cade nel
vuoto.
La radio della sede Rai di Trento, nel 1988,
gli dedica un’ora di trasmissione per il lavoro di recupero della
cultura arcaica di Montecalvo.
Per alcuni anni, Radio Ufita diffonde, in
Irpinia e parte del Sannio, i testi de Lo zio d’America
letti dall’autore.
Non potendo il contenuto di questo libro
rappresentare tutta la cultura orale montecalvese, decide di
proseguire il lavoro con l’intento di realizzare due obiettivi. Da
un lato avvia una ricerca meticolosa sul territorio, per
raccogliere fedelmente il materiale folclorico dalla viva voce
degli informatori. Dall'altro, facendo leva sull’imprinting e
sulla propria creatività, recupera e scrive la parte sommersa di
essa, non testimoniata, ma vissuta personalmente o percepita
nell'ambiente, col metodo della “conoscenza illuminata”.
Tra il materiale ritrovato, il
testo più significativo è quello del poema contadino cantato
Angelica, di ben 107 quartine.
Tra il materiale prodotto
autonomamente, la parte più corposa è costituita dalle oltre
trecento confessioni degli antenati, di trenta versi l’una,
inserite in un contesto presepiale-teatrale.
Il tutto è scritto in dialetto
montecalvese d’inizio Novecento, che è lo stesso dell’Ottocento.
Col materiale, raccolto o prodotto, si è
venuto definendo un archivio completo della locale civiltà
agro-pastorale.
Ricostruisce l’iconografia della veglia
funebre e del pianto rituale con opere, di forte carica
espressiva, presentate nel 1993 in una mostra personale a Castel
Drena (TN).
Crea tanti altri disegni ispirati a temi
etnici.
Sarebbero possibili una decina di
pubblicazioni con tutto il materiale in dialetto, recuperato o
prodotto finora. Circa 25.000 sono i versi finora scritti, di cui
meno di 7.000 quelli pubblicati.
4
Nel 1999, sei canti religiosi e due funebri , per la maggior parte
dell'Ottocento ,degli oltre cento raccolti fin'ora,sono pubblicati ad
Avellino, con traduzione e trascrizione musicale, nel volume
Canti Religiosi, curato da Aniello Russo per tutta l’Irpinia.
4
Dal 2002, per iniziativa di Alfonso Caccese, sono dedicate alla
sua opera, edita e inedita in dialetto e in lingua, alcune pagine
web nel sito
www.irpino.it sotto Cultura e
tradizioni.
4 Nel 2003 lascia
l’insegnamento per dedicarsi a tempo pieno all’arte, alla poesia e
alla cultura.
4
Il 26 e 27 settembre 2003 partecipa come relatore allo SPEA8,
Seminario Permanente di Etnografia Alpina n. 8, “CONTADINI DEL SUD
CONTADINI DEL NORD. Studi e documenti sul mondo contadino in
Italia a 50 anni dalla morte di Rocco Scotellaro”, organizzato dal
Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele
all’Adige, e sviluppa per l’occasione due relazioni: Un
patrimonio ritrovato nel dialetto irpino dell’Ottocento e
Il dopo Scotellaro:trasformazioni epocali nel mondo contadino
meridionale.
4
Nel 2004 è accolto con quindici poesie in lingua nell’antologia
FERMENTI Poeti Italiani Contemporanei, Serie Oro, edita da
Libroitaliano World International Publishing House di Ragusa.
Sempre per iniziativa di Alfonso Caccese, è
aperto il sito
www.angelosiciliano.com con molte
pagine web contenenti materiale prodotto in questi anni.
Una sintesi della relazione Il dopo
Scotellaro: trasformazioni epocali nel mondo contadino meridionale
esce, con due suoi disegni antropologici scotellariani, nel
libro La scuola del ponte, edito dal Liceo scientifico e
linguistico “Leonardo da Vinci” di Trento.
Suoi appunti sul dialetto montecalvese, il
testo scritto Lo zio d’America e relativa lettura escono ad
Avellino nella Grammatica del dialetto irpino con CDR, a
cura di Aniello Russo.
Fa dono del TRITTICO DELL’ABBONDANZA,
tre poesie alla Madonna dell’Abbondanza, una in lingua e due in
dialetto irpino di metà Ottocento, unitamente a cinque suoi
pastelli originali, alla Parrocchia S. Pompilio Maria Pirrotti di
Montecalvo Irpino.
È inserito nell’Archivio del Centro di
documentazione per la poesia dialettale Vincenzo Scarpellino, c/o
Biblioteca Comunale G. Rodari, Via Olcese n. 28 – 00155 Roma.
Elabora e fa circolare un fascicolo
Articoli e saggi brevi, con propri articoli, saggi e disegni.
È accolto nella Confraternita della Vite e
del Vino di Trento.
Continua la collaborazione giornalistica con le riviste U.C.T. e
JUDICARIA.
Indirizzo: Angelo
Siciliano – Loc. Zell n.22 – 38.050 COGNOLA (TN) – Tel.
0461-23.16.87
Trento, 10
settembre 2004

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NOTE
BIOBIBLIOGRAFICHE DI ANGELO SICILIANO
4 Angelomaria
all’anagrafe, figlio di contadini, nasce a Montecalvo Irpino l’8
maggio 1946.
4 Nel 1949, con
l’unico fratello di dieci mesi, rimane orfano del padre Silvestro,
deceduto a 25 anni per le complicanze della malaria malcurata,
contratta in Puglia, nelle campagne di Troia, come bracciante
all’età di 18 anni.
La madre, Mariantonia Del Vecchio,
di carattere fiero e orgoglioso, rinuncia a rifarsi una vita e
porta avanti la famiglia da sola, lavorando duramente nei campi.
4 Dall’età di 14 anni inizia, da autodidatta, la propria
produzione in pittura e poesia. Per questioni economiche e
familiari deve rinunciare ad iscriversi al liceo artistico di
Napoli.
4 Nel 1963 è
pubblicata per la prima volta una sua poesia su Miscellanea,
giornalino della propria scuola, l’I.T.C. ”G. Bruni”
di Ariano
Irpino. È un sonetto dedicato al terremoto del 1962.
4
Nel 1965 esegue opere caricaturali per la festa studentesca MAK P
100, che si tiene cento giorni prima
degli esami per ragioniere.
Consegue il diploma di ragioniere e
s’iscrive alla facoltà di Economia e commercio presso l’Università
di Napoli.
Esegue opere pittoriche satiriche, in
occasione delle elezioni amministrative locali.
Nel 1966 dipinge due tempere con S.
Pompilio Maria Pirrotti, che sono esposte al pubblico per anni
nella casa natale del santo e poi conservate presso il
reliquiario.
4
Collabora, sino all’età di venti anni, nei lavori agricoli.
4 Parallelamente al
corso di studi curricolari, inizia uno studio autonomo delle arti
figurative, della
storia dell’arte, della narrativa e della poesia
contemporanea, nazionale e internazionale.
Non trascura di ascoltare diversi generi
di musica. Disegna, dipinge, scolpisce, scrive, frequenta
mostre
e discute con alcuni amici più di cultura che di questioni
politiche. Tutte cose che continuerà a fare
anche in seguito.
4 Dall’autunno del
1966 si trasferisce nella città partenopea e lavora per due anni
come istitutore in un convitto religioso di S. Giorgio a Cremano,
per potersi mantenere agli studi.
4 Nel 1968 esegue delle
opere a tempera e ne fa omaggio per l’arredo della sede della
Polisportiva
Montecalvese, di nuova costituzione.
Aderisce al movimento di lotta e
contestazione studentesca del Sessantotto e nel 1969 partecipa,
per otto mesi, all’occupazione della sua facoltà, contro i baroni
dell’università e la borghesia dominante, vale a dire quella che
allora era indicata come “nemico di classe”. La sua è una
partecipazione alquanto passiva e carica di dubbi. Alla prova dei
fatti, i baroni sarebbero rimasti al loro posto e la borghesia
pure, con qualche ingannevole operazione di lifting estetico.
Durante i mesi dell’occupazione
conosce la futura moglie, Maria Paparo, napoletana di padre
calabrese, anche lei studentessa universitaria.
4 Nel luglio 1970 si
laurea in Economia e commercio. Gli viene offerto subito un
“posto” al Museo Provinciale di Avellino, che lui si guarda bene
dall’accettare.
4 Da ottobre ’70 a
dicembre ’71, non essendo ancora consentita l’obiezione di
coscienza (c’era già stato però qualche arresto di obiettori),
presta controvoglia il servizio militare di leva a Venaria Reale
(TO). Prende atto dell’ideologia nazista di qualche ufficiale in
servizio. Ha
l’occasione di conoscere il clima politico-sindacale di una grande
città del Nord, appartenente all’allora Triangolo industriale con
Genova e Milano. È già cominciata l’epoca degli autunni caldi, con
le contrapposizioni sociali e le lotte, anche aspre, che avrebbero
caratterizzato poi gli anni Settanta, segnati duramente anche dal
terrorismo.
Frequenta i luoghi storici e i
musei cittadini, le mostre d’arte e prosegue la propria formazione
artistico-letteraria.
Condivide la condizione
dell’emigrante e la nostalgia struggente per la propria terra
d’origine con gli amici immigrati a Torino, lavoratori della FIAT
o di altre aziende, ospiti in vecchi palazzi del centro, col cesso
in comune sul ballatoio, o in caseggiati fatiscenti dei sobborghi
della città.
4 Nel febbraio 1973
riceve l’incarico d’insegnamento a Trento. Si sposa e risiede con
la moglie in questa città, dove entrambi sono docenti nel locale
Istituto Tecnico Commerciale.
4
Nel 1974 nasce il primo figlio Antonello e nel 1976 il
secondogenito Adriano.
4 Nel 1977 tiene a Trento la sua prima mostra di pittura,
con oltre cinquanta opere, e pubblica il primo libro di poesie.
4 È in stretto contatto
con alcuni poeti e artisti locali; tiene diverse mostre personali
di pittura e partecipa a mostre collettive. Continua a produrre
poesie e inizia a scrivere d’arte.
4 È giornalista
pubblicista dal 1989.
4 Scrive articoli e
talvolta pubblica anche disegni su alcune riviste: U.C.T., Arte e
Arte, Rene & Salute,
JUDICARIA.
4 Collabora da anni
con la D’Ars di Milano, per l’arte contemporanea, con articoli su
quotidiani o riviste.
4
E’ stato segretario di due associazioni artistico-letterarie,
nonché direttore di due periodici d’associazioni culturali.
4
Come pittore, ha tenuto 17 mostre personali e ha partecipato a
diverse collettive. È inserito nell’archivio del MART, Museo
d’Arte Contemporanea di Trento e Rovereto.
4
Ha pubblicato finora tre raccolte di poesie in lingua: Versi
biologici nel 1977, Tra l’albero di Giuda e quello del
Perdono nel 1987 e Dediche nel 1994.
Nel 1993 è inserito nell’antologia
CONTROPAROLE, di 13 poeti trentini contemporanei, curata da
Giuseppe Colangelo per le edizioni Arca di Trento.
La radio della sede Rai di Trento gli
dedica, nel 1994, un’ora di trasmissione per la sua poesia in
lingua.
4
Nel 1998, con la sua classe quinta ragionieri, partecipa ad un
concorso nazionale con un ipertesto multimediale contenente
diversi suoi disegni, sulla storia e archeologia di Trento. Il
lavoro è fruibile nel sito della scuola
www.itc-tambosi.tn.it Area
umanistica diramazione Storia.
Nel 2001 è stato accolto nell’antologia
Tempi Moderni, raccolta di poeti contemporanei delle varie
regioni d’Italia, edita da Libro Italiano World di Ragusa.
In questi anni ha accumulato molto materiale
poetico per la pubblicazione potenziale di altre raccolte di
poesie in lingua, di cui una con i tanti testi ispirati al
Sud-Mediterraneo.
4
Dopo aver tenuto compressa e celata per anni la propria cultura
arcaica, che talvolta ha fatto capolino nei versi in lingua e in
qualche disegno, inizia dal 1987 un recupero glottologico e
antropologico ad ampio raggio, per il proprio paese d’origine,
Montecalvo Irpino (AV).
Nel 1988 pubblica, presso l’editore Menna di
Avellino, un libro di 160 pagine scritto a Zell (TN), Lo zio
d’America, con testi vari in dialetto e traduzione a fronte,
che è presentato prima al Sud e poi a Trento, presso la locale
facoltà di Lettere. Mario Sorrentino, nel suo intervento, scrive
che Siciliano sta “tentando un’operazione di salvataggio culturale
veramente sconvolgente per la storia poco conosciuta della nostra
etnia irpina”.
Dopo la pubblicazione di questo libro avanza
due proposte progettuali:
1.
nel 1988 propone agli amministratori
comunali montecalvesi la realizzazione di alcuni murales, per il
decoro del paese, da eseguirsi da parte di alcuni pittori
muralisti, conosciuti a Piano Vetrale (SA), come membro di una
giuria per un concorso artistico;
2.
nel 1989 elabora un proclama per
l’istituzione di un Museo Intercomunale dei Mestieri e della
Civiltà Contadina in Alta Irpinia, e lo pubblicizza nello stand
del Comune di Montecalvo, allestito in occasione della VI Fiera
della città di Ariano Irpino, tenutasi in agosto ‘89.
La proposta per i murales è accolta ed è
eseguita una striscia pittorica, lunga un centinaio di metri, con
miti e fatti di storia locali. Il proclama per il museo cade nel
vuoto.
La radio della sede Rai di Trento, nel 1988,
gli dedica un’ora di trasmissione per il lavoro di recupero della
cultura arcaica di Montecalvo.
Per alcuni anni, Radio Ufita diffonde, in
Irpinia e parte del Sannio, i testi de Lo zio d’America
letti dall’autore.
Non potendo il contenuto di questo libro
rappresentare tutta la cultura orale montecalvese, decide di
proseguire il lavoro con l’intento di realizzare due obiettivi. Da
un lato avvia una ricerca meticolosa sul territorio, per
raccogliere fedelmente il materiale folclorico dalla viva voce
degli informatori. Dall'altro, facendo leva sull’imprinting e
sulla propria creatività, recupera e scrive la parte sommersa di
essa, non testimoniata, ma vissuta personalmente o percepita
nell'ambiente, col metodo della “conoscenza illuminata”.
Tra il materiale ritrovato, il
testo più significativo è quello del poema contadino cantato
Angelica, di ben 107 quartine.
Tra il materiale prodotto
autonomamente, la parte più corposa è costituita dalle oltre
trecento confessioni degli antenati, di trenta versi l’una,
inserite in un contesto presepiale-teatrale.
Il tutto è scritto in dialetto
montecalvese d’inizio Novecento, che è lo stesso dell’Ottocento.
Col materiale, raccolto o prodotto, si è
venuto definendo un archivio completo della locale civiltà
agro-pastorale.
Ricostruisce l’iconografia della veglia
funebre e del pianto rituale con opere, di forte carica
espressiva, presentate nel 1993 in una mostra personale a Castel
Drena (TN).
Crea tanti altri disegni ispirati a temi
etnici.
Sarebbero possibili una decina di
pubblicazioni con tutto il materiale in dialetto, recuperato o
prodotto finora. Circa 25.000 sono i versi finora scritti, di cui
meno di 7.000 quelli pubblicati.
4
Nel 1999, sei canti religiosi e due funebri , per la maggior parte
dell'Ottocento ,degli oltre cento raccolti fin'ora,sono pubblicati ad
Avellino, con traduzione e trascrizione musicale, nel volume
Canti Religiosi, curato da Aniello Russo per tutta l’Irpinia.
4
Dal 2002, per iniziativa di Alfonso Caccese, sono dedicate alla
sua opera, edita e inedita in dialetto e in lingua, alcune pagine
web nel sito
www.irpino.it sotto Cultura e
tradizioni.
4 Nel 2003 lascia
l’insegnamento per dedicarsi a tempo pieno all’arte, alla poesia e
alla cultura.
4
Il 26 e 27 settembre 2003 partecipa come relatore allo SPEA8,
Seminario Permanente di Etnografia Alpina n. 8, “CONTADINI DEL SUD
CONTADINI DEL NORD. Studi e documenti sul mondo contadino in
Italia a 50 anni dalla morte di Rocco Scotellaro”, organizzato dal
Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele
all’Adige, e sviluppa per l’occasione due relazioni: Un
patrimonio ritrovato nel dialetto irpino dell’Ottocento e
Il dopo Scotellaro:trasformazioni epocali nel mondo contadino
meridionale.
4
Nel 2004 è accolto con quindici poesie in lingua nell’antologia
FERMENTI Poeti Italiani Contemporanei, Serie Oro, edita da
Libroitaliano World International Publishing House di Ragusa.
Sempre per iniziativa di Alfonso Caccese, è
aperto il sito
www.angelosiciliano.com con molte
pagine web contenenti materiale prodotto in questi anni.
Una sintesi della relazione Il dopo
Scotellaro: trasformazioni epocali nel mondo contadino meridionale
esce, con due suoi disegni antropologici scotellariani, nel
libro La scuola del ponte, edito dal Liceo scientifico e
linguistico “Leonardo da Vinci” di Trento.
Suoi appunti sul dialetto montecalvese, il
testo scritto Lo zio d’America e relativa lettura escono ad
Avellino nella Grammatica del dialetto irpino con CDR, a
cura di Aniello Russo.
Fa dono del TRITTICO DELL’ABBONDANZA,
tre poesie alla Madonna dell’Abbondanza, una in lingua e due in
dialetto irpino di metà Ottocento, unitamente a cinque suoi
pastelli originali, alla Parrocchia S. Pompilio Maria Pirrotti di
Montecalvo Irpino.
È inserito nell’Archivio del Centro di
documentazione per la poesia dialettale Vincenzo Scarpellino, c/o
Biblioteca Comunale G. Rodari, Via Olcese n. 28 – 00155 Roma.
Elabora e fa circolare un fascicolo
Articoli e saggi brevi, con propri articoli, saggi e disegni.
È accolto nella Confraternita della Vite e
del Vino di Trento.
Continua la collaborazione giornalistica con le riviste U.C.T. e
JUDICARIA.
Indirizzo: Angelo
Siciliano – Loc. Zell n.22 – 38.050 COGNOLA (TN) – Tel.
0461-23.16.87
Trento, 10
settembre 2004

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