Da alcuni anni, e per la
precisione dal 1987, mi sto occupando di ciò che era la
civiltà contadina a Montecalvo Irpino. Dico era, perchè di
essa è rimasto poco: ormai qualche frammento che affiora come
cunto,detto,filastrocca o canto sulle labbra di qualche
anziano che ne è depositario. Tutto è cambiato in paese,ma
quella che è irriconoscibile, rispetto ad alcuni anni fa, è la
campagna che brulicava di vita, mentre oggi in molte zone essa
ha un aspetto selvaggio.E' cambiato il mondo ed era
inevitabile che la cultura orale , fino agli anni
settanta,ancora viva e vitale, si avviasse verso un
inesorabile declino. Ciò che fino a trenta anni fa era
sub-cultura , perchè espressione di una società minoritaria,
ha cominciato ad affascinarmi. Gli storiografi che in epoche
diverse si sono occupati di Montecalvo, ci hanno descritto le
origini del nostro paese e le vicende che vi sono svolte,
intrecciate nel tempo con quelle dei nobili che dominavano
anche in altre regioni. Io, invece, approfittando delle mie
origini contadine, ho scelto la cultura orale. Mi sono calato
nella nostra realtà iniziando un lungo viaggio, articolato e
affascinante: da un lato una ricerca meticolosa sul territorio
per raccogliere fedelmente il materiale folclorico dalla viva
voce degli informatori; dall'altro, il recupero e la
riscrittura della parte sommersa di essa, non testimoniata, ma
vissuta peronalmente o percepita nell'ambiente. Il tutto
scritto nel dialetto Montecalvese parlato fino alla fine degli
anni Sessanta, che era la lingua dei compaesani dell'Ottocento
e si era venuta arricchendo di ben 34 parole inglesi importate
dai nostri emigranti di ritorno dagli USA. Montecalvo conserva
poco delle sue antiche architetture, a causa dei numerosi
terremoti distruttivi che l'hanno interessato nei secoli, ma
per ricchezza e cultura può essere inteso come un luogo della
memoria, sicuramente degno di grande attenzione.
Angelo Siciliano
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dal 30/11/2002 fino a oggi sono
stati
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